lunedì 5 luglio 2010

Sono andata a trovarlo

Era veramente da tanto tempo che volevo farlo ma, per un motivo o per l'altro non mi ero mai decisa. Mi sembrava un'esagerazione, una cosa eccessiva: sì, va bene, è una grande passione, ma questo non sarà un po' troppo?
Eduardo è sepolto a Roma, la mia città, nel Cimitero Monumentale del Verano. Qui riposano personaggi illustri dell'arte, della cultura e della storia del nostro Paese come ad esempio Vittorio Gassman, Ettore Petrolini, Trilussa, Moravia, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Claretta Petacci, Palmiro Togliatti, Nilde Iotti…

Entrando dall'ingresso di via Tiburtina, nei pressi di piazzale delle Crociate e svoltando subito a sinistra, alle spalle del cimitero israelita vi sono una serie di cappelle a schiera e, se non sbaglio, la seconda è la cappella di Eduardo. Sono tutte protette da una sorta di cancellata che riproduce dei rami, i nomi in alto, dietro la cancellata un vetro che, a causa del riflesso della luce esterna, non consente di vedere molto bene. L'interno è essenziale, alle pareti semplici mattoncini, sul lato destro le sepolture. L'unica che sono riuscita ad individuare chiaramente è quella della piccola Luisella, la figlia che Eduardo perse quando aveva solo 10 anni e che si trova in basso, quasi a fare da base ad un altare su cui ci sono dei vasi vuoti e un lumino (Allùmmela na lampa nnanz' 'o muorto…). Dovrebbe essere sepolta qui anche la sua seconda moglie e madre dei suoi figli, Thea Prandi, morta a distanza di un anno dalla figlia. In questa stessa cappella riposano anche le ceneri di Isabella. Nella parete di fronte due sedili di legno fissati al muro e un piccolo inginocchiatoio. Il pavimento è di legno e a terra, davanti all'entrata, c'è un grande poster con un primo piano di Eduardo che sembra voler guardare chi si affaccia per osservare all'interno.

Ho pensato che era stato lì da vivo, per seppellire moglie e figlia, che quello era un posto che gli apparteneva, che apparteneva alla sua sfera più privata ma mentre ero lì non ho pensato tanto al fatto che lì dentro ci fosse quello che resta della sua persona… Non mi sono trattenuta molto; nonostante oggi fosse una giornata piena di sole, devo aver risentito un po' del fatto che mi trovavo comunque in un cimitero, luogo che non frequento abitualmente, tanto meno da sola. Prima di arrivare avevo pensato che mi sarei fermata, quasi a voler intrattenere un colloquio silenzioso "a tu per tu" ma non è stato così. Ho fatto un giro nei dintorni, so che nelle vicinanze c'è anche la tomba di Peppino e Titina, che però non ho trovato. Ho staccato poi un rametto di bouganville da una pianta in un viale e sono tornata a metterlo tra la cancellata e il vetro.

Strana sensazione, è un posto che, seppure non mi mette completamente a mio agio, esercita su di me una grande attrazione. Ora che ci penso credo di essere andata via senza neanche "salutarlo". Sarà per la prossima volta...


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