venerdì 27 novembre 2009

Sik-Sik l'artefice magico

All'inizio, come molti, guardavo le commedie in TV quando, periodicamente, venivano trasmesse dalla RAI, essendo nata troppo tardi per poterlo vedere in teatro. In realtà il mio primo approccio serio con Eduardo è stato attraverso la lettura delle commedie. I VHS sono arrivati dopo, sostituiti oggi dai DVD.
All'inizio mi regalarono i due volumi editi da Einaudi "I Capolavori di Eduardo" che raccolgono le sue commedie più significative. Poi man mano iniziai a comperare le altre, pubblicate singolarmente, fino a quando ricevetti sempre in regalo (un bel filone per parenti e amici ...) i quattro volumi delle Cantate, la "Cantata dei Giorni Pari" e la"Cantata dei Giorni Dispari" in un bellissimo cofanetto sempre pubblicato da Einaudi, con la copertina rigida, le sovracopertine, la carta bellissima, insomma, un vero lusso. 

Mi piace leggere le commedie, ogni tanto le riprendo in mano. Ieri ho riletto "Sik-Sik l'artefice magico", un atto unico scritto nel 1929 per la Compagnia del Teatro Nuovo di Napoli in cui Eduardo recitava insieme alla sorella Titina. È stato uno dei primi successi di Eduardo, che restò legato a questo testo fino alla fine della sua carriera; fu una delle sue ultime trionfali interpretazioni.

Come in altre sue commedie, il protagonista è un uomo di teatro, in questo caso un prestigiatore piuttosto  scalcinato che presenta i suoi numeri aiutato dalla moglie incinta, Giorgetta. L'esibizione di Sik-sik verrà completamente rovinata dalla presenza in scena, non prevista, di due suoi "compari", Rafele, ingaggiato in extremis a causa del ritardo di Nicola che però, una volta arrivato e visto usurpato il suo posto, decide di entrare comunque in scena, facendo miseramente fallire l'esibizione del povero Sik-Sik.

È sicuramente una commedia comica in cui però, come quasi sempre accade in Eduardo, c'è anche il dramma dell'illusionista che prima è costretto ad aprire a colpi di martello la cassa da cui sarebbe dovuta uscire "giuliva e surridente" la moglie e poi deve fare i conti con un colombo che non c'è più e al cui posto compare un pollastro. Titina ha raccontato che durante le prove più volte dovettero interrompere perché gli stessi attori e tutti quelli che assistevano, non riuscivano a smettere di ridere. Anche se:

"Mi accorgevo che, a volte, ridendo provavo stranamente pena per quel viso scavato, pallido, per l'espressione di quegli occhi nei quali sembrava brillasse spesso una lacrima. E dicevo fra me: ma Eduardo fa sul serio? Sì, l'attore faceva proprio sul serio" 

Leggendo le commedie si leggono naturalmente anche le didascalie, che spesso non sono semplicemente delle indicazioni sull'intonazione o sui movimenti in scena dei personaggi. In "Sik-Sik" c'è la lunga didascalia che descrive i momenti di panico vissuti dall'illusionista quando si rende conto che sua moglie è imprigionata nella cassa:

[...] la cassa è ancora inesorabilmente chiusa. Che dirà, che farà il pubblico? Ma il dramma di Sik-Sik è un altro, più vasto, più grande, più intimo. L'illusionista pensa alla povera moglie prossima a divenir madre, chiusa là dentro. Ed allora l'esperimento, il pubblico, il teatro, tutto, scolora nel suo cuore tormentato. Ha un'idea, la sola che possa portare a Giorgetta un aiuto, un soccorso. Scompare nelle quinte e ne viene fuori subito armato di martello. Va dietro la tenda e poco dopo si odono i colpi sordi e disperati confusi con la sua voce affannosa e ansante [...]

Come pure trovo bellissima la didascalia finale:

Se l'orchestra non lanciasse i suoi ironici accordi di tromba si udrebbe il singhiozzo di Sik-Sik. Ma la tela, più pietosa, precipita.

Nel 1962 Eduardo aveva registrato per la televisione questo atto unico che però, non si capisce come sia possibile, la RAI ha cancellato... 

Resta una registrazione audio della presentazione che Eduardo fece della commedia.





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